Ves-Side Story

wishyouwerehere1975Una volta un paziente con cui ho particolare confidenza, e che ha un’ alimentazione squilibrata e qualche chilo in più a livello addominale, mi ha detto “Tu sei troppo tragica!Se mi viene una malattia è anche sfiga, mica solo il mangiar male …è come dire: se incontri sulla tua strada un serial killer ti ammazza, ma quante probabilità ci sono di trovare un serial killer per strada?”.

Beh, spero non le stesse di ammalarsi per cattive abitudini alimentari, perché questa non è una possibilità remota, ma una realtà in atto e in aumento.

Due decessi su tre nel mondo sono associati a cattiva alimentazione (Global Burden of Disease).
Dal 1990 al 1999 la classifica delle cause di morte si è ribaltata: sul podio dalle malattie infettive del 1990 si è passati in soli 10 anni – che in termini evolutivi è come dire “improvvisamente” – alle malattie cardiovascolari, cancro, stroke. (Center of Disease Control and Prevention).
Gli stessi anni in cui l’obesità ha avuto un incremento epidemico, in cui i consumi di cibi spazzatura si sono impennati. Sarà un caso? Noi crediamo di no, e non solo noi, ma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il guaio della cattiva alimentazione è che agisce come la goccia sulla pietra: sembra un nulla, ma apporta modificazioni strutturali profonde, e ce ne si accorge solo quando la trasformazione è avvenuta.
Si inizia con un peso cresciuto, col fiato che manca, fino ad arrivare a dolori, malesseri, esami alterati, dismetabolismi conclamati o squilibri; ma le patologie che ne derivano sono talmente distanti in termini temporali dall’inizio delle abitudini sbagliate che è difficile convincersi che queste ultime siano fattori di rischio determinanti.
Prima di certi segni i danni da  cattiva alimentazione  sono quasi totalmente asintomatici, se si escludono campanelli d’allarme come una digestione difettosa, che tuttavia abbiamo egregiamente imparato ad ignorare.

Tra la cattiva alimentazione e la patologia che ne può conseguire spesso c’è di mezzo uno stato di infiammazione.

Un alto consumo di cibi come carne uova e formaggi, ad alto contenuto di acido arachidonico (precursore di molecole infiammatorie) e di cibi con additivi alimentari, in particolare nitriti, favorisce lo stato di infiammazione dell’organismo
I grassi industriali e gli zuccheri raffinati favoriscono il deposito di grasso nel corpo umano, condizione che porta ad un aumento in circolo degli acidi grassi liberi, che vanno incontro ad un’ossidazione che danneggia i mitocondri, con aumentata produzione di radicali liberi. I radicali liberi danneggiano le cellule e si instaura uno stato di infiammazione.
A questo punto le normali funzioni endocrine del tessuto adiposo sono alterate e vengono prodotte proteine proinfiammatorie ( TNF- alfa, IL-&, iNOS, TGF-beta, Proteina C reattiva, etc.) che mantengono lo stato di infiammazione

Non è finita: quando il muscolo si riempie di acidi grassi non usa più il glucosio, che rimane il circolo incrementando il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Gli acidi grassi liberi inoltre, attraverso la vena porta, arrivano direttamente al fegato dove interferiscono con la normale metabolizzazione dell’insulina, il cui livello ematico aumenta e in tutta risposta l’organismo riduce, per un banale meccanismo di regolazione, i recettori per l’insulina, dando luogo all’ insulino-resistenza.
Secondo gli studi obesità, diabete di tipo 2 e insulino-resistenza sono condizioni associate ad un’anomala risposta infiammatoria, che può diventare cronica.

A chi di voi sta pensando “Ma io non sono mica obeso, ho solo un po’ di pancetta” voglio svelare  che la tendenza a liberare gli acidi grassi che innescano tutte queste reazioni negative  è maggiore nel tessuto adiposo viscerale rispetto a quello sottocutaneo, e guarda caso è il grasso che va a costituire la “pancetta”. Quindi il problema dei danni da cattiva alimentazione non riguarda solo gli obesi, ma anche i magri che ingrassano, che tra l’altro, a differenza dei soggetti obesi, non hanno un elevato numero di cellule adipose all’interno delle quali stoccare gli acidi grassi, che quindi più facilmente  scorrazzano liberi e felici per l’organismo a danneggiare qua e là.

Ricapitolando, mangiare male, accumulare due-tre chili di tessuto adiposo sulla pancia, essere in sovrappeso o obesi sono tutte condizioni che favoriscono lo stato di infiammazione.

Ebbene l’infiammazione è la base su cui si sviluppano tumori, malattie cardiovascolari e Stroke, cioè le prime tre cause di morte di cui sopra; ma anche alzheimer, patologie autoimmuni, malattie neurologiche, artite…

Andando a ritroso sulle cause di infiammazione legate alla cattiva alimentazione fin qui esposte è facile individuare i punti su cui lavorare:
• Consumare cibi con potere Antinfiammatorio per contrastare l’infiammazione e Antiossidante per contrastare i radicali liberi: olio extravergine d’oliva, riso integrale, cipolle rosse, mirtilli, ribes nero, curcuma, noci, pesce grasso, the verde.
• Ridurre il peso
• Ridurre il consumo di grassi industriali e zuccheri raffinati
• Consumare carboidrati a basso indice glicemico (generalmente lo sono quelli dei legumi e dei cereali non raffinati)

Se gli effetti della cattiva alimentazione vengono ignorati, se i tre chili in più sulla pancia minimizzati, se l’obesità accettata come se fosse “solo” un aspetto fisico da accettare e non una malattia da curare, io devo continuare a riportare l’attenzione sui dati, e sui fatti, che non vuol dire fare terrorismo, ma informare nel modo più chiaro possibile affinché le scelte siano consapevoli fino in fondo.
Dopo, solo dopo, si può Mangiare in Pace.

foto: uno stato di infiammazione rappresentato sulla copertina di Wish You Were Here