L’immagine corporea

L’immagine corporea non è la verità: è una percezione. E la percezione è l’interpretazione di una sensazione, ovvero del dato fornito da uno o più organi di senso. Questo vuol dire che gli occhi vedono il corpo, le mani lo toccano, ma la percezione dello stesso è un’ interpretazione della mente.

La cosa interessante dell’atto interpretativo è che dipende più dal bagaglio di informazioni che acquisisco rispetto al mio corpo nel corso della vita, che da ciò che i sensi rilevano oggettivamente.

Tali informazioni derivano in modo sostanziale delle esperienze: essere notati positivamente, o presi di mira, o rifiutati, o voluti per una caratteristica fisica, oppure riuscire bene in uno sport per citarne qualcuna.

L’apprendimento tramite le esperienze, in particolare nell’infanzia, è involontario, e questo è un fattore che è importante sottolineare perché implica un’assenza di difesa da queste informazioni, che invadono indisturbate la struttura del pensiero costituendo un condizionamento costante.

Date queste premesse, quando è presente un disturbo di immagine corporea, la lotta di liberazione non può avvenire sul campo della percezione stessa, non posso cioè sperare di risolverlo tramite l’ossessione per lo specchio e per la forma che considero inadeguata perché rimarrò incastrata, presto o tardi, sempre nella solita trappola mentale di informazioni, rinforzando la dispercezione iniziale.

La battaglia per guarire da un disturbo dell’immagine corporea va combattuta sul piano cognitivo, ristrutturando (o costruendo da zero) una nuova immagine di sé tramite una psicoterapia specifica che apra la visione sull’emotività legata al corpo, sulle potenzialità relazionali dello stesso, sulla completezza della persona al di là dell’involucro, sulla possibilità di un nutrimento del sé che abbia a che fare meno con la forma e più con la sostanza.

Come poteva essere soltanto una bestia se la musica lo afferrava così? Gli pareva che gli si dischiudesse la via verso il nutrimento ignoto e agognato.”(Kafka, La metamorfosi)

 

 

foto: Torse de Pyrénées di Jean (Hans) Arp