Verrà la torta  e avrà i pistacchi

 

Attenzione! Per scrivere questo post è stato maltrattato Cesare Pavese

Verrà la torta  e avrà i pistacchi –
queste torte che ci accompagnan
dal mattino alla sera1, il panettone
scorda, con un vecchio rimorso:
è un vizio assurdo2. Più paciocchi3
saremo, una panza che duole4,
un peso cresciuto, in silenzio5.
così lo vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nella bilancia6. O cara panza,
quel giorno sapremo anche noi
che il punto vita è svanito nel nulla.

(1) Il poeta si riferisce chiaramente ai bagordi delle feste natalizie tramite la sineddoche della torta con la frutta secca.

(2) Il “vecchio rimorso” sono i sensi di colpa seguiti all’assunzione di cibo in eccesso, che il poeta definisce “vizio assurdo” perché sono cibi da limitare alle eccezioni visto l’alto contenuto di zuccheri e grassi, spesso industriali o di pessima qualità; suggerisce tra le righe invero di non introdurre certi cibi per l’intero periodo di festività.

(3) Il poeta sospetta che durante le feste si sia diventati più paciocchi, termine gergale che significa paciocconi.

(4) Mangiare troppo e troppi cibi difficili da digerire interferisce con il buon funzionamento dell’apparato digerente e il poeta lo sa. La “panza che duole”è la digestione rallentata dal carico di cibo, la fermentazione intestinale abnorme con produzione di gas che definiamo volgarmente “gonfiore”, fastidio principe anche di queste feste 2013- 2014.

(5) “Un peso cresciuto, in silenzio” ha vari gradi di interpretazione: uno, più letterale, indica che è cresciuto senza che ce ne  accorgessimo; l’altro, più fiosologico, ci porta ad interpretare quel “in silenzio” come un “di nascosto, in modo subdolo, senza avvisaglie”: il poeta parla del grasso ectopico (grasso che sta al di fuori delle cellule adipose, in questo caso tra i visceri) che può essersi piazzato sul fegato, dentro l’addome, laddove nessuno lo vede, a determinare l’unica concreta intossicazione data dalle feste: la steatosi epatica.  Il poeta implicitamente ammonisce quanti parlano di intossicazione e  di tossine, senza rimandare a nulla di concreto e proponendo metodi detossificanti spesso fantasiosi.

(6) Al climax drammatico del finale in cui si invoca una panza antropomorfizzata, il poeta ci accompagna con la drammatica descrizione dell’attimo in cui ci si pesa la mattina, pesata che svelerà l’indesiderato aumento di peso, proprio a livello addominale: il poeta conferma la presenza di grasso viscerale ectopico.

Il poeta ci lascia nello sgomento, è probabile che siamo intossicati di grasso a livello epatico, che fare?

Attenzione! Per scrivere questo post è stato maltrattato anche D’Annunzio

Odi? La scelta cade
su la solita
verdura
con un principio che dura
e varia inserendo le frutte
più fresche, men secche1
Ascolta. Risponde
al tanto il quanto
di cereale
che sia però integrale
senza paura,
la dose è nel piattino2
E il pesce
ha un ruolo, e il legume
altro ruolo, e il tacchino
altro ancora, alimenti
diversi
per ritrovare il punto vita3
E accorsi
noi siam dal cibo
silvestre,
ricco di antiossidanti;4
e il tuo corpo secco
ha voglia di pioggia5
come una foglia,
e le tue cellule
gradiscono cose
come il the verde6
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.7

(1) Il poeta ribadisce la nota, ma fondamentale importanza di frutta e verdura. Frutta fresca, ma anche frutta secca,magari in minor quantità di quella consumata durante le feste: una manciata al giorno.

(2) Il poeta suggerisce  di non eliminare i carboidrati – com’è noto dai tempi  dalla vicenda del Carboidrato Ryan –  ma di sceglierli integrali e calibrare la dose in base al piatto unico.

(3) Pesce, legumi, carne bianca sono cibi da preferire in regimi disintossicanti per il fegato, sempre rifacendosi alle proporzioni del piatto unico.

(4) Il poeta di informa che in natura esistono piante che possono riparare ai danni da intossicazione di cibo a carico del fegato.
Il  Cardo Mariano, grazie al fitocomplesso della Silimarina, inglobato in un liposoma perché altrimenti non verrebbe assorbito, esplica la sua funzione epatoprotettiva ed epatocurativa tramite proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antifibrotiche, ovvero  ripara i danni effettuati direttamente dal grasso ectopico al fegato (lipotossicità) e previene la degenerazione delle cellule epatiche sane in tessuto fibrotico. La Curcuma, grazie alla Curcumina, svolge ottimamente la funzione antinfiammatoria soprattutto, ma anche  antiossidante e previene il deposito do grassi sul fegato.  Anche in questo caso il principio attivo della curcumina deve essere  inglobata in un liposoma per garantire l’assorbimento, e associato a Piperina (contenuta nel pepe), sostanza epatoprotettrice a sua volta, che in questo caso garantisce che la curcumina non venga eliminata dal fegato prima di aver esplicato le sue azioni positive.

(5) La pioggia è una metafora indicante l’acqua,da bere in abbondanza, e  il corpo potrebbe essere secco per via dei troppi alcolici  che possono causare disidratazione.

(6) Il poeta suggerisce di bere  il the verde (senza zucchero n.d.r.) per via del suo apporto di antiossidanti, utili a contrastare i danni  alle cellule da radicali liberi che vengono indotti dalla presenza di grasso ectopico.

(7) Ermione è una ninfa che ha mangiato un po’ troppo: è una di noi.

E come disse il poeta… Buon Anno a Tutti!

 

foto: torta ai pistacchi, ça va sans dire