Mangio quindi vivo

 

Siamo abituati ad intendere la salute come assenza di malattia e la malattia come un accidente su cui intervenire tempestivamente.
Nulla di più inesatto, almeno quando si parla di tumori; ci sono stati di equilibrio, in cui le cellule cancerose vengono isolate ed eliminate, e ci sono stati di squilibrio, in cui può essere promossa la proliferazioni di tali cellule.
Se un tumore solido ci mette dai 20 ai 30 anni a manifestare i segni clinici dallo stimolo alla cancerogenesi e se solo il 5% dei tumori al seno è geneticamente determinato, questo vuol dire che in quei 20 – 30 anni la promozione del tumore dipende anche da fattori modificabili, cioè dipende anche da noi.
Il fattore modificabile per eccellenza è l’alimentazione, perché il cibo – in una vita introduciamo decine di tonnellate di cibo – modula direttamente l’espressione del nostro DNA, cioè promuove l’espressione di alcuni geni e ne sopprime altri.

Proviamo a stilare un decalogo per la prevenzione del tumore al seno tramite l’alimentazione:

1) Evitare il sovrappeso: in particolare a livello addominale dove il tessuto adiposo viscerale produce tnf alfa (tumor necrosis factor). Gli studi indicano come tenere sotto controllo il peso eviterebbe il 42% dei tumori al seno; un eccesso di grassi nell’alimentazione aumenta l’incidenza dei tumori al seno anche del 50%; seguire una dieta leggermente ipocalorica (80% fabbisogno) per tutta la vita espone di meno alla produzione di sostanze nocive.

2) Mangiare biologico. I cibi biologici hanno un maggior contenuto in vitamine e minerali e il 94% dei prodotti biologici non contiene residui di pesticidi e contiene circa la metà dei nitrati, sostanze che possono dar luogo a composti cancerogeni. E’ vero, costano di più, ma evitando un pasto fuori casa – sicuramente poco salutare – rientriamo della differenza.

3) Evitare gli additivi alimentari quanto più possibile; si tratta di sostanze il cui uso è consentito quando non è ancora stata dimostrata la pericolosità, o, peggio ancora, di sostanze di cui si conosce la pericolosità, ma che restano in commercio per interessi economici grazie a studi sponsorizzati. Non facciamo le cavie umane, abituiamoci a leggere le etichette e ad evitare gli additivi alimentari.

4) Assumere quotidianamente antiossidanti ovvero sostanze protettive che promuovono la morte o impediscono la proliferazione delle cellule tumorali. Li troviamo in frutta, verdura, legumi, vino, birra, the verde cioccolato fondente, olio extravergine d’oliva e di lino.
Non è stato evidenziato un accumulo di antiossidanti nell’organismo e la loro emivita (durata nell’organismo) varia da 2 a 6 ore, pertanto solo il consumo abituale e frequente nella giornata può assicurare una dose significativa.
Consideriamo che molecole antiossidanti di diverso tipo (polifenoli, caroteni, vitamina C) in natura si trovano spesso nello stesso alimento e sinergicamente aumentano il potenziale antiossidante dell’alimento stesso, per cui qualsiasi integratore non si sostituirà mai all’assunzione dei suddetti alimenti, semmai costituirà una valida aggiunta.

5) Assumere sostanze in grado di limitare l’azione degli estrogeni visto che il 75% dei tumori al seno cresce sotto lo stimolo di questi ormoni. L’indolo, un antiossidante contenuto nei broccoli e nei cavoli e nei cavoletti di Bruxelles, agisce attivando i metaboliti protettivi degli estrogeni e sopprimendo quelli dannosi. Da oggi cavoli a merenda.

6) Limitare il carico glicemico e la conseguente secrezione di insulina, che stimola la proliferazione delle cellule tumorali sia direttamente, sia stimolando a sua volta l’attività estrogenica; limitiamo quindi l’assunzione di farine raffinate e cibi a base di grani raffinati – pasta, riso e altri cereali vanno consumati integrali – cibi spazzatura e zucchero in ogni sua forma.

7) Assumere sostanze antinfiammatorie, poiché uno stato infiammatorio cronico promuove la crescita del tumore. Gli omega 3, presenti nell’olio di pesce o di lino e nei semi di lino, hanno una potente azione antinfiammatoria. Se fatichiamo ad inserire questi cibi nella nostra quotidianità, non esitiamo ad usare un integratore.

8) Curare il benessere dell’intestino tramite integrazioni di probiotici (bifidobatterio), prebiotici (fos e inulina), glutamina e zinco, affinché possa fungere efficacemente da barriera nei confronti delle sostanze nocive e potenzialmente cancerogene.

9) Utilizzare metodi di cottura e utensili adeguati, quindi sceglieremo cotture rapide e a basse temperature per limitare la produzione di sostanze tossiche; cucineremo in padelle in acciaio o antiaderenti integre avendo cura di ungere il fondo con olio; evitiamo il microonde, la cui cottura agisce a livello molecolare nei cibi e, di fatto, non sappiamo con che conseguenze.

10) Fare una moderata attività fisica per promuovere la produzione di mediatori benefici e per eliminare tossine potenzialmente nocive, ossigenando meglio i tessuti e controllare il peso.

 

foto: Carl Warner Foodscape