“L’essenziale è invisibile agli occhi”

Mentre qualche inguaribile umorista mi fa notare che a causa della crisi rimarrò senza lavoro perché le persone non avranno da mangiare e dimagriranno da sole, i dati Istat per il 2012 dicono tristemente  che:

  • Il 41,4% delle famiglie ha ammesso di aver ridotto i consumi di frutta e verdura
  • Il 38% delle famiglie ha ammesso di aver ridotto quelli di carne e di pesce
  • Il 28 % ammette di comprare cibi di qualità inferiore perché più economici
  • Il consumo di “cibo spazzatura” è aumentato del 7%

Sembra insomma che sulle nostre tavole , contro ogni logica, si lasci spazio al superfluo e si tagli sull’essenziale, mettendo a repentaglio non solo la linea, ma anche e soprattutto la salute.
“L’essenziale è invisibile agli occhi” – sentenziava la Volpe ne Il Piccolo Principe – ma “due– nozioni–due” di biochimica della nutrizione chiariscono le idee, aggiungo io.
Prima nozione: si definisce Essenziale un nutriente  necessario al mantenimento dello stato di salute e che, non essendo sintetizzato o  venendo sintetizzato in modo insufficiente dal nostro corpo, deve essere apportato con la dieta.
Seconda nozione: i nutrienti essenziali sono circa 50: acqua, aminoacidi essenziali, acidi grassi essenziali, vitamine e sali minerali e questi nutrienti si trovano in :

  1. pesce, uova (meglio biologiche), carne (meglio biologica), legumi abbinati a cereali integrali
  2. olio extravergine d’oliva, olio di lino, semi oleosi, soprattutto di lino e frutta a guscio
  3. frutta fresca, verdura fresca e cotta
  4. acqua, ovviamente

Certo,  a volerli interpretare, i dati Istat ci raccontano la reazione psicologica alla paura di rimanere senza cibo, quella per cui preferiamo avere la dispensa piena di cibo di scarso valore nutrizionale che semi-piena di cibo nutriente… peccato che l’abbondanza del cibo di scarsa qualità non supplisca in alcun modo alla carenza di nutrienti essenziali, come abbiamo detto.
Non solo.
Anche l’abbondanza in sé non è un aspetto positivo.
Il dr. Filippo Ongaro, esperto di medicina funzionale e anti-aging,  spiega chiaramente come una leggera riduzione dell’ introito calorico, nel rispetto del fabbisogno di micronutrienti e nutrienti, rallenti l’invecchiamento, prevenga le patologie croniche, esponga meno alla produzione di sostanze nocive e faciliti l’eliminazione di cellule danneggiate e la sostituzione con cellule nuove.
In sintesi: mangiar meno, e meglio, fa bene. E il modo per risparmiare facendo la spesa c’è:

  • pianifichiamo i pasti principali per una settimana in modo che siano presenti i cibi che apportano i nutrienti essenziali
  • pianifichiamo gli spuntini a base di frutta e frutta secca
  • facciamo una valutazione preliminare delle quantità adeguate che, abbiamo capito, non devono essere esagerate
  • stiliamo la lista e compriamo solo quello che è nella lista

Il risparmio è garantito e la salute ci guadagna.
E se diventate bravi a pianificare mi sa che risparmiate pure sulla dietista.
Argh.

 

foto:  Eat-Art Daniel Spoerri