Non è un Paese per Veggie

Una notte ho sognato di avere un figlio vegano.
Il sogno era più o meno questo.  Giorno di festa, tarda mattinata, io con i capelli raccolti e il grembiule cucino  canticchiando La vie en rose  dando le spalle alla porta. D’un tratto  sento la voce di mio figlio ventenne che dopo un grosso sospiro mi dice

“Madre, devo dirvi una cosa”.

Io mi giro sorridente mal celando la mia insofferenza: La vie en rose la canto decisamente bene e me l’ha interrotta. Lui solleva lo sguardo, riconosco una certa rabbia negli occhi che gli dà la forza di confessare

“Madre, voglio diventare vegano”.

Attimi interminabili di silenzio, mi sforzo di non manifestare il colpo al cuore: prima mi interrompi La vie en rose, adesso questo, mi vuoi far morire? Figlio mio, che vita ti aspetta? Ma lo sai come ti guarderà la gente? Lo sai che alzeranno gli occhi al cielo all’idea di invitarti a cena? Lo sai che organizzeranno di nascosto da te grigliate di carne e sparleranno del tuo colorito, della tua magrezza a loro dire non sana e di quanto sei fissato? Che sei incoerente a preoccuparti  della vita di un capriolo quando massacri quotidianamente foglioline ben più indifese di un capriolo, in quanto non dotate delle agili zampette con cui saltellare via da te? Lo sai come ti aggrediranno in mezzo alle discussioni sull’alimentazione, forti solo del fatto di essere in maggioranza, quando dirai “veramente 100 g di semi di zucca apportano 30 g. di proteine”? Sarai capace di abbozzare, di non sentirti ferito, di lasciarli parlare? Noi non abitiamo in una grande città, dove la mentalità è più aperta.
Dopo questo lungo monologo interiore riaffioro guardandolo preoccupata, lo abbraccio e  dico:

“Cosa vuoi che cambi per me Ragazzo! A me basta che la tua alimentazione sia equilibrata, ma tu lo devi sapere che questo non è un paese per veggie”

“Madre, ma in Italia i vegetariani sono più di 5 milioni e i vegani 500.000!”

“Intendevo Piavon”

“…”

“Ragazzo, ho timore  di tutte le difficoltà che incontrerai. Gli onnivori ti scherzeranno”

“Madre, io credo in un mondo in cui vegani e onnivori possano mangiare alla stessa tavola senza arrivare al conflitto verbale”

“Come Ragazzo, come?”

“Madre, mi pare di capire che nel sogno non siete una dietista se mi fate tutte queste domande”

“Ragazzo, io non so nemmeno chi tu sia, avendo io una figlia femmina e ben più fanciullina, ma tu va avanti. Cosa puoi dunque dire a un onnivoro per convincerlo a non considerarti un fanatico? Ti prego di non partire dalla storia delle puzzette di vacca, ché si presta allo scherno come poche altre cose al mondo”(alert alert! Ironia! che nessuno si offenda).

E’ a questo punto che il sogno finisce, prima che quel tale parli. Dannazione! Ehi, un momento ma io sono una dietista fuori dal mondo onirico, ve lo posso dire io quali sono gli aspetti dell’alimentazione vegana che dovrebbero far riflettere anche noi onnivori!Lascerò ovviamente fuori dalla mia dissertazione la scelta etica ed ecologica, e mi soffermerò sull’aspetto nutrizionale.

Punto primo. La stigmatizzazione dell’alimentazione vegana  da parte degli onnivori si fonda sull’accusa di essere una dieta carente. Tuttavia, se è vero che il vegano decide di eliminare importanti fonti di Vitamina B12 (carne), di Calcio (latticini), di acidi grassi essenziali Omega 3 pronti all’uso (pesce grasso), di vitamina D (fegato, pesce grasso, formaggi), è anche vero che ne è consapevole, e si regola di conseguenza. Trova fonti alimentari alternative ove possibile (Calcio nella frutta secca, nel latte vegetale e nelle spezie), ricorre ad integrazioni laddove è necessario (vitamina B12 e vitamina D) o opportuno (Gli omega 3 sono contenuti anche nei semi oleosi, soprattutto di lino, nell’olio di lino e nelle noci, ma in una forma che richiede un’ulteriore trasformazione per essere assorbita, e non sempre ci sono le condizioni affinché questo passaggio avvenga). Ma siamo sicuri che un onnivoro assuma tutti questi nutrienti? La carenza di Omega 3 per esempio è un problema che riguarda anche la popolazione onnivora, che di pesce grasso non ne mangia certo ogni giorno. L’apporto di vitamina D coperto dall’assunzione di alimenti di origine animale può arrivare circa a un 30% del fabbisogno, quindi,  in assenza di adeguata esposizione solare, anche in questo caso la popolazione onnivora va incontro a una carenza. Dopo i 50 anni e in altre condizioni specifiche, gli onnivori possono far fatica a ricavare la vitamina B12 dai cibi animali che la contengono, quindi anche in questo caso non siamo certi di soddisfarne il fabbisogno. E che dire del Calcio? L’assunzione corrispondente ai fabbisogni di questo minerale a partire da soli alimenti di origine animale è da sconsigliare vivamente, perché se ne dovrebbero mangiare  in quantità  tali da veicolare eccessivi apporti sostanze non così salutari (grassi saturi uber alles). In conclusione no, l’accusa che la dieta vegana sia carente proprio non la possiamo portare avanti. Tutt’al più se volete, di nascosto dai vegani e con aria indifferente, recatevi da un medico per richiedere i dosaggi ematici dei suddetti nutrienti e da una dietista per farvi sistemare l’alimentazione.

Punto secondo. I vegani c’hanno un intestino che lévati. Ma ci rendiamo conto? Mangiano fibre dalla mattina alla sera, e oltre a non lamentare praticamente mai stitichezza,non li senti quasi mai citare fastidi come aria, tensione addominale, dolori. Sarà che il loro intestino, abituato ad avere a che fare con le fibre, non si scompone minimamente al loro arrivo, né si irrita al loro passaggio? Sarà che la fermentazione è accettata come un processo naturale e non come un insidioso sintomo di malessere?  Sarà. Fatto sta che noi onnivori invece spesso non assumiamo nemmeno la dose giornaliera raccomandata di almeno 25-30 grammi. Poco allenati come siamo, al primo piatto di pasta e fagioli insorge un travaglio interiore che manco Alessia Marcuzzi prima dell’Activia. Capite? I vegani si godono tutti i benefici delle fibre (prevenzione dei tumori,  flora batterica  copiosa e funzionante, rallentamento dell’assorbimento dei grassi e degli zuccheri, etc) senza nessun effetto avverso. Dico, non vi fa voglia quell’intestino lì?E alleniamoci pure noi onnivori a mangiar fibre!

Punto terzo. I vegani, manco a dirlo, le sette porzioni di frutta e verdura raccomandate come prevenzione dei tumori le assumono davvero, e con esse tutti i preziosi antiossidanti che attuano un’efficace azione preventiva anche nei confronti delle patologie cardiovascolari. Ma allora è vero che un regime vegano fa ammalare di meno? Allo stato attuale proprio non esistono evidenze in questo senso, ma il confronto è tra un modello vegano e un modello onnivoro equilibrato che, in base alle linee guida attuali, prevede l’introduzione di abbondante frutta, verdura e cereali integrali, poca carne e formaggio, molto pesce, micro-introduzioni di dolci o cibo spazzatura. Ecco, diciamo che un’impostazione vegana  dell’alimentazione, con tutti quei vegetali che saziano ed educano il gusto a sapori neutri,  automaticamente produce un’alimentazione più sana e meno ricca di cibi eccessivamente ricchi in sale o zucchero. Proviamo anche noi onnivori a partire da quegli alimenti?

Punto quarto. Noi Onnivori crediamo di avere proteine di serie A e che i vegani abbiano proteine di serie B e spadroneggiamo a tal proposito nelle discussioni. Beh, la carne, le uova e il pesce hanno proteine nobili, certo, tuttavia quanti di voi sanno che da linee guida nazionali la metà delle proteine assunte deve essere di origine vegetale? Quanti di voi lo sanno e comunque non lo fanno? Quanti non lo fanno perché non conoscono le fonti di proteine vegetali? Legumi, frutta secca o i loro derivati dovrebbero far parte dell’alimentazione quotidiana anche degli onnivori, adeguatamente equilibrati col resto. E i vantaggi dati dall’assunzione di proteine vegetali sono molteplici, per esempio riducono la produzione di colesterolo a livello epatico.

Punto quinto. I vegani costruiscono i loro pasti avendo cura di inserire tutti i nutrienti. Non ragionano in termini di primo e secondo, ma in termini di fonte di carboidrati, fonti di proteine, etc. Sono abituati cioè a realizzare un piatto unico correttamente, e il piatto unico è il modello alimentare più sano secondo gli studi recenti.

Punto sesto. I vegani sono dei pionieri di cibi non appartenenti alla nostra tradizione. Esplorano le diverse culture alimentari. Mangiano Tempeh, Hummus, Tahin. Ricavano iodio dalle Alghe, ferro  e calcio dalla Melassa Nera, buttano il Lievito in scaglie sulla pasta. Arricchiscono la propria alimentazione di nutrienti e antiossidanti nuovi scegliendo cibi naturali, e variano i sapori. Cucinano con maestria, fantasia. Hanno sottomesso ogni tipo di vegetale e innalzato  un impero culinario cui adesso attingono tutti, pure i grandi chef.

Punto settimo: avete mai visto un vegano in sovrappeso? No? Per forza, chi mai si abbufferebbe di quella roba?!? Scherzavo, scherzavo, scherzavo…amici vegani scherzavo.

 

 

 

Ringraziamenti: Ringrazio Piavon per essersi prestato a non essere un paese per veggie: ho scelto lui per esigenze letterarie (…) ma è un paese sicuramente aperto anche ai veggie.

 

 

Foto: Celeberrimo. Non ha bisogno di presentazioni.