Sembra Talco ma non è, Serve a Darti l’Allegria

candy crushE’ pomeriggio. Primo pomeriggio. Non c’è nessuno in giro perché non c’è un reale motivo per aggirarsi tra le strade di questo paese. A meno a che uno non sia di ritorno dall’ambulatorio, chessò… di dietistica. Uno a caso. Ecco. E magari, avendo mangiato troppo presto, tipo alle 11.45, perché a quell’ora c’era una pausa e non era prudente covare languore ad oltranza rischiando di incattivirsi oltremodo con gli ultimi pazienti della giornata (una dietista affamata è certamente una dietista che ti affamerà), c’ha giusto un buchino nello stomaco e una libertà da obblighi familiari e lavorativi che si protrarrà ancora per quindici minuti.
Ora, la scena del crimine è priva di testimoni. Questa persona, probabilmente dietista pare di capire, parcheggia vicino alla sua gelateria preferita. Scende coi soldi contati in mano lasciando tutto il resto in macchina. Arriva davanti al gelataio e recita sempre la stessa frase a mo’di poesia “un cono croccante con una pallina di bacio per favore”. Il gelataio, che la conosce, ha preso in mano il cono croccante prima che lei iniziasse la sua tiritera. Lei gioisce di questa piccola accortezza, e poi si gode il suo gelato. Ha quindici minuti, spesso ne usa meno, ma quella pallina è puro piacere.

Ora, quali elementi possiamo trarre dalla storia?
• che la dietista è un habitué di quella gelateria
• che va in gelateria quando ha un momento di calma, da sola
• che ha le idee ben chiare su cosa prendere
• …che predica bene e razzola male non appena si trova in assenza di testimoni (?)

Ogni essere umano quando nasce ha due certezze: il debito pubblico e che mangiar dolci durante le diete è deleterio.
Per tutta la vita cerca di confutare e rifiutare ora l’una, ora l’altra verità: ma perché le benedette calorie dei dolci non sono uguali a tutte le altre? Perché se una brioche ha 190 kcal e un piatto medio di pasta al pomodoro ne ha 350 kcal, se mangio la brioche ingrasso? Perché se il destino o i LARN o  le RDA mi concedono 1800 kcal al giorno, non posso decidere di farle arrivare tutte da Bignè e Kinder Bueno?

Per i seguenti motivi signore e signori:
1) Mangiar dolci produce bisogno di zuccheri: considerate che nell’organismo umano la glicemia, ovvero il livello di zuccheri nel sangue, deve essere compresa tra un minimo e un massimo. Quando mangiamo un cibo dolce la glicemia schizza oltre il massimo. Ciò non è bene, l’organismo lo sa, e sguinzaglia abbondante dose insulinica. Talmente abbondante, per essere sicuri di abbassare la glicemia, che quest’ultima, in poco tempo, rischia di scendere sotto il livello minimo. Quando la glicemia si trova lì sotto è il cervello a reclamare zuccheri, e lì si salvi chi può.
2) Mangiar dolci o fa ingrassare o ostacola la perdita di peso: avete presente il punto del paragrafo precedete in cui la glicemia si alza, e l’insulina entra in scena? Ecco, considerate che, l’insulina è un ormone anabolizzante. Quando essa è presente il comando è “costruire”. Cosa direte voi? Beh in rari e codificabili casi muscolo (un indizio: deve esserci moltissima attività fisica di mezzo), in tutti gli altri casi grasso. Il lettore sarà inoltre felice di sapere che durante l’impennata di glicemia, se le calorie a disposizione sono in esubero, le calorie date dai dolci hanno una corsia preferenziale per diventare grasso.
3) Mangiar dolci non sazia: oltre che per il motivo citato al punto 1, bisogna tener conto che i dolci , in quanto portatori (non) sani di zuccheri e grassi, hanno un’elevatissima palatabilità, ovvero inducono la voglia di mangiarne ancora. E ancora, e via così. Avete presente quando ci si ferma solo a fine confezione di biscotti, di gelato, etc? Ecco.
4) Mangiar dolci crea dipendenza: gli zuccheri favoriscono la produzione di serotonina, altresì detto ormone del buonumore. SE il dolce è presente quasi quotidianamente nella nostra alimentazione avremmo un determinato livello di serotonina in giro per il corpo, e un certo livello di buonumore su cui contare. Se sospendiamo la somministrazione di dolci non ci sentiremo bene, in alcuni casi si segnalano irritabilità sull’orlo dell’azzannamento al polpaccio o aggressività da coyote del deserto. La reazione sarà quella di dover tornare a introdurli per stare meglio, non certo di resistere quei dieci- venti giorni necessari a affievolire gli effetti avversi della limitazione dei dolci. A proposito della dipendenza da zucchero si erano pronunciati esimi scienziati nel famoso articolo the “Toxic truth bout sugar” pubblicato su Nature un paio di anni fa, ma non solo. Da qualche anno si inizia a dare la giusta importanza a forme di Food Addiction in cui l’alimento principe a creare dipendenza è lo zucchero.
5) I cibi dolci ostacolano l’introduzione di cibi sani, come la frutta ad esempio. Perché il dolce naturale della frutta poco può contro quello industriale, che verrà sempre preferito.

Quello che fa l’introduzione di dolci nella nostra alimentazione è paragonabile a un vero e proprio sabotaggio a più livelli, altro che surplus di energia,  e questo suggerisce in prima battuta che l’assunzione dei dolci non va lasciata mai al caso, alla voglia, alla spontaneità del gesto. E questo vale sia che si tratti della merendina zeppa di conservanti, sia del dolce fatto con ingredienti biologici dalla A alla Z.

L’assunzione dei dolci va disciplinata, provando a mettere in atto queste semplici regole
Trovare un rito con cui concedersi questo tipo di alimento è una strategia vincente: il rito richiede tempo e condizioni particolari. Il rito inoltre, se ben studiato sulla base della conoscenza di sé, amplifica il piacere: la dietista dell’esempio sa che trae più piacere dal mangiare da sola, qualcuno all’opposto potrà godere al massimo del dolce se è in compagnia.
Individuare con precisione il tipo di dolce di cui si ha voglia: se si mangia in base ad una voglia vaga, soddisfarla sarà un’ardua impresa.
Stabilire in anticipo la quantità: il dolce non sazia, dicevamo, quindi è inutile aspettare che ci passi la voglia mangiando. A quel punto avremmo sicuramente esagerato.
Decidere la frequenza settimanale massima da non oltrepassare. Stabilendo dose e frequenza scongiuriamo anche l’assuefazione e la dipendenza.
Avere alla base un’alimentazione costruita con cibi sani, come la frutta: dare la precedenza a quelli, mangiare il dolce in aggiunta.

Il vantaggio, oltre a quello di concedersi il dolce, sarà di tenere a bada in un colpo solo peso e sensi di colpa.
Insomma, questa dietista l’abbiamo fatta studiare ma alla fine ha capito come mangiarsi il suo gelato eh. E so’ soddisfazioni.

 

 

(a Simone)

 

 

foto: Candy Crush, a proposito di dipendenze