Cherchez la Fame

 

Mi è tornato in mente il mio amico d’infanzia, quello che smontava ogni giocattolo nuovo per capirne il funzionamento; lo faceva con molta cura, separava le componenti con una lentezza inusuale per il bambino impaziente che conoscevo io, e mi bastava aspettare quel lampo di luce nei suoi occhi per sapere che ci era arrivato, il meccanismo del gioco non era più un mistero!

Peccato che spesso non riuscisse a riassemblarlo nella maniera corretta, quindi il gioco smetteva di funzionare.

Prendo in mano la Fame Nervosa proprio come farebbe lui. La apro.
C’ è un altro involucro, quello del Senso di colpa.
Da fuori sembra banalmente che io non sia capace di controllarmi, invece dentro ci trovo la Spinta Evoluzionistica a mangiare quando so che c’è disponibilità di un cibo buono (per i nostri antenati  un cibo buono era un cibo commestibile), un comportamento ancestrale che favoriva la sopravvivenza, quindi innato.
La metto da parte, mi rimetto a smontare e mi imbatto nello Stress, la condizione in cui il cervello ha bisogno di funzionare rapidamente e, per farlo, ha bisogno di zuccheri.
E al cervello – il grande capo – che reclama zuccheri nessuno può dire di no, figuriamoci io.
In alcuni modelli di Fame Nervosa poi, posso trovare la componente delle Terapie Farmacologiche (insulina ,farmaci antipertensivi, antistaminici, corticosteroidi, antiepilettici di vecchia generazione, antidepressivi, antipsicotici, pillola e altre terapie ormonali), che interferiscono con la fame aumentandola o facendo virare i gusti verso alimenti ipercalorici e/o con gusti decisi.
Mi rendo conto che queste componenti sono efficaci nell’indurmi a mangiare  prima che io metta in gioco la buona volontà di resistere, forse il senso di colpa c’entra ben poco, visto che di colpe non ce n’è.
Tengo le componenti interne, ma l’involucro del Senso di Colpa lo butto via, ché non serve a nulla se non a farmi sentire inadeguata, inefficace e a bloccarmi nel cambiamento.
Passo al pezzo successivo.

C’è sempre il pezzo che non t’aspetti, guarda un po’ cos’ho trovato: c’è l’Alimentazione Insufficiente.
Alimentazione insufficiente? Io non c’avevo nemmeno pensato, ché se sono alle prese con la fame nervosa è facile che abbia qualche chilo in più! E se ce li ho è normale che mangi poco, no?
No.
Mangiare troppo poco quantitativamente non mi garantisce un livello stabile di zuccheri nel sangue – segue fame, ma fame vera!
Mangiare in modo disordinato saltando i pasti non mi garantisce un livello stabile di zuccheri nel sangue – segue fame, come sopra!
Mangiare sempre le stesse cose, eliminandone cronicamente delle altre, mi può portare a sviluppare una carenza di qualche nutriente che il mio corpo reclamerà sotto forma di appetito!
Questo pezzo lo conservo, non fosse altro che per farmi da “memento”.

L’ultimo pezzo, il core,  è la sensazione che sia più forte di me.
Anche questo pezzo è bizzarro eh, perché sulle prime sembra che mangio ancor prima di accorgermi di cosa sto facendo, quasi in  trance; ma se ci guardo bene dentro  trovo un’abitudine antica a rispondere agli stati emotivi col cibo : sono stata brava? Ecco che mi arriva la caramella…Sono triste e nervosa? Caramella anche per questo…Sono forse arrabbiata? Guarda un po’, mi arriva la caramella anche stavolta…Reclamo attenzioni? Non è il momento delle attenzioni, ma è sempre il momento di una caramella.
E io ho imparato in fretta che il cibo può essere una risposta a tutto, perché, semplicemente,  funziona.
Funziona perché induce alla produzione di endorfine e serotonina  e io mi sento meno triste, meno nervosa, meno arrabbiata e anche confortata.
E l’abitudine è talmente rodata che ho creato un automatismo, come nei gesti che compio per guidare la macchina, che non necessitano di alcun pensiero d’accompagnamento

Ora mi ritrovo qui con tutti i pezzi sparsi attorno a decidere se provare a rimontare il gioco o smettere di farlo funzionare, magari con l’aiuto di un professionista se non me la sento di fare da sola.

Nel frattempo c’è qualcosa che posso fare da sola. Si tratta di strategie generali che gli studi indicano come efficaci nel contenere la fame nervosa:

  • Programmo la giornata in base ad una routine di impegni: avere la giornata scandita riduce l’insorgenza di attacchi di fame.
  • Rimando il momento dell’assunzione del cibo di 30 minuti in 30 minuti: il desiderio di cibo ha l’andamento di un’onda e decresce nel giro di circa 30 min. Se mi concedo di mangiare solo quando il desiderio sarà minimo ho più possibilità di controllarmi.
  • Svolgo con regolarità un po’ di esercizio fisico: in questo modo elimino lo stress e produco endorfine, indebolendo due importanti componenti della fame nervosa.
  • Bevo 10-12 bicchieri di acqua al giorno: si mangia anche per sete, sappiatelo…